Classificazione degli indumenti di protezione individuale (DPI)
Gli indumenti di protezione individuale, di cui fanno parte anche quelli che proteggono dagli agenti chimici, sono
classificati in tre categorie:
Categoria I: indumenti di protezione semplici, progettati per situazioni a basso rischio.
Categoria II: capi con livello di protezione intermedio. Non comprendono i rischi estremi delle altre due categorie.ย
Categoria III: abbigliamento di protezione ad alto rischio, progettato per proteggere l’utente da pericoli potenzialmente letali o da problemi di salute gravi e irreversibili. Ci rientrano tutti gli indumenti di protezione chimica, indipendentemente dal tipo (1-6) e dal livello di rischio specifico.
Gli indumenti di protezione di Tipo 5, quindi, nonostante proteggano da particelle solide disperse nell’aria che comportano un rischio relativamente basso, rientrano comunque nella Categoria III, per pericoli potenzialmente letali.
Requisiti generali degli indumenti di protezione chimica stabiliti dalla EN ISO 13982-1
La norma EN ISO 13982-1 definisce le caratteristiche e i test necessari per assicurare che i capi protettivi forniscano una barriera efficace contro le varie particelle solide disperse nellโaria, garantendo cosรฌ protezione in vari contesti lavorativi.
Gli indumenti di Tipo 5 devono essere realizzati con materiali che impediscano la penetrazione di particelle solide, garantendo una protezione completa del corpo, inclusi tronco, braccia e gambe.ย
Inoltre, devono risultare ergonomici per non ostacolare i movimenti del lavoratore ed essere compatibili con altri dispositivi di protezione personale, come guanti e maschere respiratorie. ร importante, infine, che mantengano la loro efficacia durante l’uso previsto e che resistano a danni fisici.
Metodi di prova per garantire la conformitร dei capi
Per assicurare che gli indumenti di protezione rispettino i requisiti di sicurezza della norma EN ISO 13982-1, vengono eseguiti alcuni test rigorosi.ย
Tra questi, la prova di penetrazione delle particelle (ISO 13982-2) utilizza polvere di cloruro di sodio o lattice per valutare l’efficacia del materiale nel bloccare particelle solide, con una penetrazione media che non deve superare il 15%.ย
La resistenza alla trazione (EN ISO 13934-1) misura la forza necessaria per rompere il materiale, che deve essere almeno di 30 N per materiali non tessuti e 60 N per tessuti. Altri test includono la resistenza allo strappo (ISO 9073-4), quella alla perforazione (EN 863) e la resistenza all’abrasione (EN 530), ciascuno con valori minimi specifici che il materiale deve soddisfare.ย
Infine, la prova di resistenza alla fiamma (EN ISO 15025) verifica che il tessuto non propaghi fiamme, con tempi di post-incendio che non devono superare i 2 secondi e senza residui incandescenti.ย
Applicazioni e limiti della norma EN ISO 13982-1
La norma EN ISO 13982-1 รจ applicabile esclusivamente alle particelle solide disperse nell’aria, escludendo altre forme di contaminazione chimica come polveri derivanti da attrito o stiramento.ย
Non copre quindi la protezione contro aerosol di sostanze altamente pericolose o particelle radioattive, per le quali possono essere necessari indumenti di tipo diverso, come quelli di Tipo 1. L’idoneitร di un capo di Tipo 5 deve essere valutata specificamente per ciascuna sostanza chimica e in base ai limiti di esposizione accettabili.ย
Infine, la normativa prevede che se gli indumenti sono testati per proprietร elettrostatiche o per protezione contro agenti infettivi, l’etichettatura deve riflettere il rispetto di tali standard.ย